Le specializzazioni: dalla lunga marcia all’ultimo miglio
20 Maggio 2022
Quando il 12 dicembre 2020 è apparso in Gazzetta Ufficiale (n.308) il Regolamento modificativo del Dm Giustizia 144/2015 per il “conseguimento e il mantenimento del titolo di avvocato specialista” abbiamo tirato un sospiro di sollievo, abbiamo visto l’orizzonte ormai vicino.
Incredibilmente però quello che sembrava l’ultimo vero grande ostacolo, lasciava il posto alle dispute interne all’avvocatura che ha trovato al suo interno il modo di ulteriormente allungare questa lunga marcia che dura ormai da circa quindici anni. Superate a suon di sentenze del TAR le ultime perplessità, ora il sentiero da percorrere sembra definitivamente e ineluttabilmente tracciato. Vicino alla meta. Lo vedremo. Dipenderà da noi, dall’alleanza che tutte le anime dell’avvocatura sapranno e dovranno trovare per dare finalmente spazio all’enorme opportunità che la specializzazione porta con sé. In un mondo complesso, pur senza perdere la visione d’insieme, ci troviamo ad agire in contesti iperspecializzati che richiedono una consulenza e un’assistenza specialistica di altissimo profilo. Per tale ragione è necessario essere riconosciuti per il proprio ambito di specializzazione e, allo stesso tempo, formarsi per eccellere nel settore d’appartenenza o, per i più giovani, in cui intendano, per l’appunto, specializzarsi.
La specializzazione in ambito forense è una storia lunga ed è soprattutto un fatto culturale. È quindi un tema cruciale da continuare a proporre realizzando davvero quel salto che consentirà di spostarsi da ciò che era considerato un “illecito disciplinare”, ad un fattore differenziante, capace di identificare un professionista per ciò che è e ciò che fa. Un salto, direi, nella contemporaneità.
Le associazioni forensi specialistiche nazionali sono nate soprattutto con l’obiettivo di conseguire la specializzazione. Nello Statuto dell’AGI all’art. 2, associazione che ho contribuito a fondare nel 2002, si legge: l’associazione ha lo scopo di favorire l’esercizio della professione forense nell’ambito del diritto del lavoro, del diritto sindacale e della previdenza sociale con gi elevati standard professionali propri della specializzazione.
Questi anni non possono essere trascorsi invano e adesso, giunti all’ultimo miglio, è ora di porre l’avvocatura in relazione con il mondo, finalmente aperta, senza paura di perdere la propria caratterizzazione. Un avvocato specializzato è una garanzia per i cittadini e le imprese e per l’intera categoria Lo sforzo dell’avvocatura ora deve essere concentrato su una seria e corretta (oltre che celere) attuazione del regolamento. Entrambi i percorsi per il riconoscimento del titolo di specialista, quello “scolastico” e quello della comprovata esperienza, devono essere attentamente gestiti dalle istituzioni dell’avvocatura insieme alle associazioni specialistiche.
Con grande serietà (per non svalutare il titolo) ma senza inutili appesantimenti burocratici, facendo tesoro delle esperienze di alta formazione che negli ultimi 10 anni le associazioni specialistiche hanno saputo realizzare.
Il Congresso Nazionale Forense, a questo riguardo, potrà dare un importante contributo.