I Principi programmatici della lista
Noi Avvocati
Elezioni per i Delegati al prossimo Congresso Forense
Il Tema: è necessario riformare l’esame per l’accesso alla professione forense superando la gestione emergenziale degli ultimi due anni, ma traendone insegnamento.
La Riflessione: l’orale rafforzato ha dimostrato la sua utilità grazie al contatto diretto che si instaura tra gli esaminatori e gli esaminati, ma occorre un metodo per la valutazione della capacità di scrittura del candidato e di utilizzo della tecnologia.
In una prospettiva più ambiziosa si deve intervenire con una riforma del percorso universitario che preveda un percorso di formazione giudiziaria e favorisca una reale base formativa comune per avvocati, magistrati e notai.
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Il Tema: La formazione è un’occasione di crescita professionale. Attendiamo da sedici anni che diventi piena realtà la specializzazione.
La Riflessione: Favorire la qualità e l’attualità della formazione affinché l’avvocato sia interessato a parteciparvi non solo per un formale adempimento.
Conciliare l’obbligo formativo dei giovani con l’esercizio di una pratica effettiva negli Studi degli avvocati del libero foro.
Far partire finalmente la specializzazione, sicuramente perfettibile nella sua prassi applicativa, ma decisamente necessaria ed urgente.
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Il Tema: sebbene il principio cardine del nostro ordinamento sia quello dell’uguaglianza sostanziale senza distinzioni dovute al genere, all’orientamento sessuale, alla disabilità, all’etnia, alla religione, all’età, la lettura della nostra realtà ci insegna come siano invece tutti fattori di rischio oggettivo di discriminazione.
La Riflessione: Con particolare riguardo alla condizione femminile nell’ambito dell’avvocatura sono evidenti tre temi cruciali legati alla tutela della maternità, tutela per all’assistenza agli anziani, differenza salariale (gender pay gap). La differenza retributiva, infine, è solo apparentemente un tema femminile, ma a ben vedere riguarda la sostenibilità dell’intero sistema dell’avvocatura in Italia. A fronte di una sempre più marcata presenza femminile, la condizione di sempre minori entrate nella nostra Cassa metterà a rischio la gestione delle pensioni. È necessario istituire maggiori tutele per la maternità e per chi ha la responsabilità della cura dei propri anziani o malati. Dal punto di vista dei compensi è necessario intervenire soprattutto a livello culturale per favorire l’annullamento della differenza di retribuzione dovuta al genere.
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Il Tema: La tecnologia è una risorsa della professione e va promossa nei tribunali e negli studi.
La Riflessione: La paura del “giudice robot” non sia un alibi per rifiutare la contemporaneità, impedendo alla giustizia di essere sintonizzata con la realtà sociale ed economica. Per altro verso la tecnologia non deve essere la scusa per mettere in atto un distanziamento tra il servizio giustizia e gli avvocati, sacrificando il rapporto umano (essenziale per un vero contraddittorio, senza il quale non c’è giustizia) sull’altare dell’efficientismo.
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Il Tema: Milano è una città unica in Italia poiché al suo interno abbraccia tutte le possibili espressioni dell’avvocatura;
La Riflessione: È nostro dovere mantenere unita questa variegata famiglia. Occorre valorizzare le singole specificità ed intuire le modifiche del nostro statuto professionale dettate dalle contemporanee, diverse, forme aggregative.
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Il tema: Viviamo, non da oggi, nella società della comunicazione e l’avvocato, come tutti, ha bisogno di comunicare, promuoversi e farsi pubblicità on e off line.
La Riflessione: Il nostro statuto deontologico deve saper coniugare queste necessità con l’esigenza di riservatezza e di decoro, che non possono essere messe in discussione. La capacità del singolo avvocato di custodire il segreto professionale, in particolare, è garanzia di affidabilità di tutti gli avvocati e incide direttamente sulla fiducia del cittadino che può essere ben rappresentato e difeso solo in un clima di totale fiducia.
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Il Tema: Non ha ancora trovato attuazione la delibera congressuale di Catania che fissava la necessità di garantire all’avvocato che lavori per un unico committente le garanzie di indipendenza, autonomia e libertà unitamente alle tutele ordinarie del lavoratore.
La Riflessione: Questi principi rimangono validi, ma la crisi pandemica ha fatto emergere l’esigenza di una più marcata tutela delle garanzie connesse ad un rapporto di lavoro continuativo ed esclusivo.
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Il Tema: La difesa è un diritto fondamentale del cittadino di rango costituzionale. Perché vi sia data piena attuazione, è necessario che la misura del compenso del difensore sia, come stabilisce l’articolo 2233 del codice civile, “adeguata all’importanza dell’opera e del decoro della professione”.
La Riflessione: Non sempre i compensi sono determinati in modo più aderente al peculiare tipo di attività cui attengono. Ciò vale, ad esempio, in relazione all’attività svolte dal tributarista, specie nella fase di assistenza precontenziosa e contenziosa, così pure nel processo amministrativo non si apprezza l’effettiva attività per ciascuna fase svolta; i compensi del penale si rivelano tanto più inadeguati, quanto più è complessa l’attività processuale. Spesso non trovano considerazione le laboriose attività preparatorie, anche quando si rivelano risolutive della controversia in fase di mediazione o pre contenziosa. È necessario infine individuare sistemi che garantiscano l’effettiva applicazione delle norme sui compensi, evitando situazioni di discriminazione e di mercato al ribasso.
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Il Tema: La riforma dell’ordinamento giudiziario è urgente, necessaria e patrimonio della collettività. Non è pensabile che la magistratura ricorra ad uno strumento forte come lo sciopero per una battaglia che non è sindacale, ma incide sul diritto del cittadino ad avere un ordinamento giudiziario equilibrato, adottato secondo il metodo democratico della separazione dei poteri e rispettoso della separazione delle parti processuali. Con riferimento ai Consigli giudiziari, i cosiddetti laici – gli avvocati e i professori – ad oggi partecipano alle sedute a pieno titolo e con gli stessi poteri dei magistrati solo in relazione ai pareri sulle tabelle degli uffici giudiziari, sull’assegnazione degli affari ai diversi magistrati, sulla formazione dei collegi, in generale, quindi, sull’organizzazione dell’attività giudiziaria. Non hanno, invece, il diritto di partecipare alle sedute del Consiglio Giudiziario cosiddette ristrette, quelle dove si tratta della valutazione di professionalità dei magistrati, delle loro richieste di partecipare ai bandi per gli incarichi direttivi, delle loro incompatibilità e degli incarichi extragiudiziari. Solo in alcuni distretti (ad esempio a Milano) è data facoltà di partecipare alla discussione, ma senza poter intervenire e tantomeno votare.
La Riflessione: È innegabile che gli avvocati possano e debbano dare un valido contributo anche sulle materie delle sedute ristrette ove, diversamente, manca il parere di una componente essenziale dell’attività giurisdizionale e cioè quella del Foro, degli utenti del servizio “Giustizia”.
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Il Tema: Siamo avvocati, dunque fautori della terzietà del giudice; non rimpiangiamo, quindi, i tempi in cui i Consigli degli Ordini regolavano anche la disciplina. Tuttavia, il procedimento disciplinare è caratterizzato da una regolamentazione ridondante che mortifica i pur considerevoli sforzi di chi lo governa.
La Riflessione: Va dunque operata una revisione della normativa riducendo i passaggi che portano al processo, nonché il numero dei consiglieri che compongono le sezioni giudicanti. Al fine di fluidificare la procedura degli esposti manifestamente infondati, favorendo la sollecita archiviazione, si dovrà pensare ad una soluzione che, ferma la competenza del CDD che è garanzia di terzietà, consenta ai Consigli degli Ordini di effettuare una prima valutazione.
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Il Tema: Il limite del doppio mandato è una novità dagli effetti positivi, perché foriera di ricambio, ma non ancora metabolizzata.
La Riflessione: È necessario a tal fine che gli Ordini siano inclusivi per condividere l’esperienza con i colleghi che subentreranno nella governance. Sarà fondamentale dotarsi di procedure trasparenti e protocollate in modo da facilitare il passaggio di consegne a fine mandato.
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Il Tema: Gli ultimi anni hanno visto la crisi delle massime rappresentanze dell’avvocatura, prima il CNF, per la questione del doppio mandato, poi nell’OCF per l’irregolare gestione del patrimonio. Queste vicende hanno messo in luce un problema di governance che in realtà esiste da diversi anni e per cause diverse da quelle che sono state occasione delle recenti crisi.
La Riflessione: Il prossimo congresso sarà un momento cruciale per la vita dell’avvocatura. Bisognerà innanzitutto decidere se la bipartizione attuale, che vede un organo politico (OCF) che affianca l’organo istituzionale (CNF) dovrà essere mantenuta. Noi riteniamo che sia così, poiché l’organo istituzionale accentra su di sé una molteplicità di funzioni (amministrativa, giurisdizionale e consultiva del Ministero) che sono incompatibili con la funzione politica, la quale richiede piena autonomia. Salvo scindere le varie funzioni del CNF, allora non rimane che ribadire la funzione politica dell’OCF, però sanandone le attuali manchevolezze che lo rendono poco capace di aggregare le diverse anime associative e istituzionali dell’avvocatura.
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Il sistema previdenziale è al bivio di una scelta cruciale riguardante sistema di computo delle pensioni.
La Riflessione: La via da seguire non può che scaturire da una valutazione congressuale poiché non si tratta di un mero tecnicismo. È evidente che optare per uno o l’altro sistema incide, anche questo, sull’avvocatura del futuro e anche da qui passa la battaglia, secondo noi da vincere, di mantenere unito un corpo sociale estremamente variegato che va dallo studio monopersonale al grande network internazionale.
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Le Riflessioni:
- Quanto al Processo Civile, preoccupa il sistema delle preclusioni di cui riconosciamo l’utilità di responsabilizzare il giudice (costretto così ad arrivare preparato alla prima udienza), ma di cui temiamo il pericolo di lasciare fuori dal contraddittorio questioni la cui importanza e decisività potrebbe, come spesso accade, rivelarsi solo in corso di causa.
- Quanto al Processo Tributario, vi è la consapevolezza di come si sia di fronte ad una svolta e l’avvocatura deve partecipare attivamente alla riforma, perché i contribuenti possano avere adeguate risposte al proprio diritto di difesa. Dalla definizione di un Giudice specialista, alla riforma delle regole sull’accertamento giudiziale dei fatti, alla previsione di Consigli giudiziari anche per le Commissioni Tributarie (prossimamente, si spera, Tribunali e Corti Tributarie).
- Quanto al Processo Penale, se apprezziamo la volontà di rivedere il sistema sanzionatorio svincolandolo dall’approdo unico del carcere, ci preoccupa la tendenza a rafforzare tutte le fasi precedenti al dibattimento, così snaturando il principio accusatorio che ispira il nostro processo penale e che vede proprio nel dibattimento il luogo naturale di formazione della prova.
Il Congresso dovrà essere anche l’occasione per indicare all’avvocatura lo spirito giusto per affrontare quella novità assoluta rappresentata dalla giustizia riparativa. Una novità confortante perché inverte radicalmente la tendenza punitiva che ha animato la politica degli ultimi trenta anni e ricuce le ferite sociali. Tuttavia, questo richiede un avvocato tanto più preparato e forte, capace cioè di coltivare la riconciliazione senza abdicare, a fini utilitaristici, al proprio ruolo di cultore del ragionevole dubbio.
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