Per me è stata un’esperienza inaspettata e positiva, ho imparato molto e contemporaneamente ho messo a servizio dell’Ordine la mia competenza specifica. Ho contribuito alla trasformazione digitale e alla razionalizzazione dei costi per consolidare il patrimonio del nostro Ordine. . Durante la pandemia abbiamo lavorato per informatizzare gli uffici, e accompagnare i colleghi affinché nell’emergenza potessero sfruttare nel modo migliore possibile tutta la tecnologia a disposizione. Abbiamo istituito un fondo per aiutare i colleghi in difficoltà, ben consapevoli che il contributo non sarebbe stato risolutivo, ma sarebbe stata una prova concreta della funzione sussidiaria che l’Ordine può svolgere a favore dei propri iscritti. Il nostro impegno come Ordine di Milano ha riguardato anche i giovani. Abbiamo posto il problema dell’accesso alla professione per tutti i giovani in attesa dell’esame nel 2020 e abbiamo favorito la nuova formula. Siamo stati il primo Ordine a realizzare i giuramenti on line per dare un senso di continuità e di comunità. Abbiamo collaborato con ASLA per concedere 5 borse di studio per i giovani colleghi che iniziavano il percorso in un LLM all’estero. Abbiamo, sempre con ASLA istituito un tavolo per approfondire i temi della “pubblicità” degli avvocati e della comunicazione del nome del cliente assistito, prassi diffusa ma non ancora in linea le previsioni del codice deontologico. Ho lavorato al Bilancio sociale, includendo i criteri di materialità oggettiva: con evidenza e trasparenza per far emergere ciò che c’è che è stato fatto e dove è possibile un cambiamento: numeri alla mano!
Per la futura consiliatura credo sia fondamentale lavorare per far crescere il nostro Organismo di Composizione di Crisi (OCC), così come il nostro Organismo di Mediazione. Al momento hanno una dimensione interessante, ma esiste un ampio spazio di crescita e lavoro, come risulta palese leggendo i numeri sul bilancio sociale.
Sarà importante continuare a lavorare per offrire una formazione migliore e professionalizzante con evidenza anche sui temi del gender gap, dell’inclusività e della sostenibilità dell’internazionalizzazione. Vorrei coinvolgere sempre di più i colleghi del foro che hanno una particolare expertise, l’Ordine potrebbe maggiormente modulare la propria offerta formativa per accogliere le richieste dei giovani colleghi e, naturalmente, mettere in atto strumenti adeguati per verificare la soddisfazione di coloro che usufruiscono dei corsi formativi. Nella prima metà del 900 la creazione di valore era un tema evidente, con l’ingresso del boom il concetto si è rarefatto, lo abbiamo dimenticato, pensando che la crescita fosse solo economica, consumistica. Ora siamo dinnanzi ad una nuova ricostruzione che riguarda il tessuto della nostra società e sarà vitale saper creare valore e dare spazio a tutti a condizione di parità.
Milano è l’unico Ordine in Italia che cresce, gli iscritti aumentano di anno in anno, a fronte di una contrazione che si registra negli altri fori italiani. Questa è una responsabilità che abbiamo e che ci deve far riflettere su quale sia il nostro ruolo di indirizzo per tutti gli avvocati italiani. Milano dovrà confermarsi nel suo ruolo di innovatore e sperimentatore. Abbiamo a disposizione strumenti prima inimmaginabili, dovremo continuare a guidare la trasformazione digitale e a rispondere compiutamente alle istanze di tutte le espressioni dell’avvocatura. Dovremo lavorare per modificare tutti i protocolli che già esistono, applicando le nuove tariffe, contribuire a diffondere la cultura della remunerazione dell’attività con la tariffa oraria nel rispetto dei minimi oggi previsti. Milano dovrà lavorare per favorire le modifiche opportune alla legge professionale e al codice deontologico in tema di comunicazione.
Queste costituiscono le basi del nostro impegno e così immaginiamo un futuro in cui si possa proseguire sul solco tracciato.