Sono coordinatrice della Commissione Diritto Civile. Abbiamo realizzato oltre cinquanta eventi formativi, senza mai trascurare gli aspetti deontologici.
Abbiamo affrontato temi di interesse generale e specialistico, con particolare attenzione all’evoluzione giurisprudenziale, sempre occasione di confronto e di approfondimento tra le diverse professionalità: magistrati, avvocati, accademici ed esperti di altre discipline.
Abbiamo lavorato costruendo un rapporto con la magistratura fatto di interlocuzione rispettosa e operosa.
Abbiamo organizzato dei momenti di studio e approfondimento della Riforma Cartabia per tenere il passo e valutarne gli effetti.
Per questo abbiamo creato - e dovranno essere mantenuti nel prossimo futuro - gruppi di studio sulle importanti novità introdotte, per offrire ai colleghi strumenti operativi di supporto per affrontare la difficile fase applicativa delle nuove disposizioni.
Penso a eventi formativi su aspetti pratici, simulazioni e tutorial per la redazione degli atti, che costruiscano una vera e propria cassetta degli attrezzi per noi avvocati e in particolare per i giovani colleghi.
Il nuovo processo ha cambiato radicalmente le regole e gli strumenti per la domanda di giustizia.
E’ necessario evitare una eccessiva penalizzazione del dialogo processuale e il rischio che l’utilizzo massiccio delle misure alternative di udienza sperimentate durante la pandemia renda il rapporto umano sempre più rarefatto e distante.
Un obiettivo che potrà essere raggiunto attraverso un monitoraggio continuo della fase applicativa delle nuove regole processuali per la trasformazione delle modalità di svolgimento delle udienze.
Passando agli aspetti pratici, particolare attenzione merita la delega alla magistratura onoraria dell’attività istruttoria, prassi che, a mio avviso, costituisce una vera stortura del processo.
Il momento della audizione dei testimoni è fondamentale per cogliere aspetti indispensabili alla formazione del convincimento del Giudice.
Si assiste sempre più spesso a udienze svolte da Giudici onorari senza adeguata conoscenza delle causa e senza alcun approfondimento di aspetti che possono incidere sulla valutazione della attendibilità dei testimoni, con verbalizzazioni sintetiche e assai approssimative che impediscono di cogliere “a distanza” aspetti fondamentali per una decisione giusta e il più possibile vicina alla verità sostanziale.
L’impegno che intendo mantenere resta quello della presenza e dell’ascolto dei colleghi, con l’obiettivo di verificare costantemente le criticità dell’esistente e le ricadute delle novità introdotte dalla Riforma, affinché l’efficienza non sia mai in antitesi con l’efficacia e con l’effettività della tutela dei diritti.
Un processo giusto non è necessariamente un processo breve, per quanto comunque auspicabile.
Efficienza sì ma senza comprimere i diritti di difesa in tutte le forme in cui deve potersi esercitare.
Su tali aspetti continuerò a mantenere una costante interlocuzione con la Magistratura, così come è avvenuto nella fase emergenziale, per favorire soluzioni condivise e nell’interesse di tutti i protagonisti del sistema giustizia.