Da qualche tempo si avverte una maggiore attenzione da parte dell’avvocatura al ‘tempo dell’espiazione della pena’ e alle modalità di esecuzione di essa.
I problemi connessi a questa fase ritengo necessitino una cura ancora maggiore.
Le carceri e i luoghi di espiazione sono spesso sovraffollati e privi di quelle risorse, sanitarie o ministeriali, che occorrono perché le pene siano in linea con la Costituzione e possano esplicare gli effetti necessari sia per la persona che la collettività. Occorre una maggiore incisività e presenza nelle sedi istituzionali, quali ad esempio la Commissione regionali permanente per la salute in carcere o l’Osservatorio carcere e territorio del Comune di Milano, sia in tavoli di collaborazione per la redazione di accordi finalizzati al miglioramento dei servizi e procedure, velocizzando prassi e informazioni. È di recente pubblicazione la circolare del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria per la prevenzione suicidi che assegna agli avvocati un ruolo primario di collaborazione per la trasmissione di informazioni utili per prevenire eventi drammatici.
Ulteriore ambito di imprescindibile intervento è quello delle persone portatrici di fragilità e patologie psichiatriche sia nella fase del giudizio, sia in quella successiva dell’esecuzione delle pene e/o delle misure di sicurezza garante loro presidi attraverso tutele. Con massima attenzione alle procedure avanti il Giudici tutelari.
Resta inoltre di fondamentale importanza una politica di sostegno senza pregiudizi delle risposte sanzionatorie alternative al carcere anche nella fase di cognizione proprio per un miglioramento del sistema carcerario oggi gravato da numeri impossibili e per avvicinare quanto più possibile la pena al tempo del commesso reato.
Non ultimo appare indispensabile garantire un approccio laico e scevro da pregiudizi alla giustizia riparativa che potrà contribuire in modo efficace in molte situazioni a riparare conflitti che il processo talvolta estremizza e non ricompone. Un nuovo strumento messo a disposizione dalla riforma Cartabia che ha finalmente recepito le indicazioni europee.